Il numero dei fumatori

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha calcolato che nel mondo intero si fumano ogni giorno più di 15 miliardi di sigarette e i fumatori oggi assommano a 1,2 miliardi di persone, pari a più di un terzo della popolazione mondiale di età superiore ai 15 anni. Così in molti paesi industrializzati anche in Italia la diffusione del fumo sta registrando un progressivo decremento: se nell’immediato dopoguerra i fumatori costituivano ben il 40% della popolazione italiana ultraquattordicenne, nel 2007 essi sono scesi al 23,5% (indagine Doxa ISS 2007). Questo decremento interessa soprattutto la popolazione maschile. Diverso è invece il quadro relativo alle donne fumatrici, che fino agli anni ’60 costituivano una minoranza. E’ negli anni settanta  che il fumo si diffonde in forma significativa tra la popolazione femminile, soprattutto nelle fasce di età più giovani, dove la sigaretta viene vista come uno dei simboli dell’emancipazione di quegli anni. Il quadro culturale generale che in passato assegnava al fumo il significato simbolico dell’acquisizione di uno status adulto oggi però sta lentamente cambiando. L’abitudine al fumo va lentamente trasformandosi in un segnale di debolezza. Ciò è legato ad un clima culturale che conferisce al fumo un livello sempre minore di accettabilità sociale: le campagne informative sulla pericolosità del fumo si è fatta sempre più capillare, è venuta meno la possibilità di reclamizzare le sigarette, diventano ogni giorno più numerosi gli spazi pubblici nei quali è vietato fumare, ecc.. Si tratta però di un fenomeno limitato ai paesi più industrializzati. In Asia, Africa ed Oceania infatti il mercato del tabacco sta invece ritrovando i clienti perduti in occidente. Il mercato asiatico  è in costante espansione. Nella sola Cina circa 320 milioni di fumatori oggi consumano il 30% delle sigarette di tutto il mondo.