Obesità e respirazione

Esiste una relazione inversa tra funzionalità respiratoria e gli indici di obesità (BMI, circonferenza della vita, rapporto tra circonferenza della vita e superficie corporea, 
percentuale di massa grassa, spessore delle pliche cutanee). Numerosi studi dimostrano una significativa relazione inversa tra sovrappeso/obesità, volumi polmonari, e restringimento delle vie aeree, con quest’ultimo indice compromesso molto più significativamente di quanto atteso sulla base della riduzione dei volumi polmonari, indipendentemente dall’abitudine al fumo e dal sesso del paziente. Ciò suggerisce che negli obesi siano presenti dei cambiamenti del calibro delle vie aeree specificamente associati all’aumento di peso, non dovuti a semplice effetto meccanico. Sono stati identificati anche molti altri effetti meccanici dell’obesità sulla funzione respiratoria. L’accumulo di grasso sulla parete toracica e sul diaframma può comprometterne l’espansione, determinando una diminuzione dei valori di VEMS e CVF suggestiva di un deficit spirometrico di tipo restrittivo. La deposizione di grasso tra muscoli e costole diminuisce poi la compliance della parete toracica, aumentando così la domanda metabolica e il carico respiratorio dell’obeso anche a riposo. Infine l’ostruzione delle piccole vie aeree presente negli obesi determina in sequenza ipossia, stimolazione simpatica, e conseguente aumento delle resistenze vascolari polmonari. Oggi si ritiene che gli effetti meccanici dell’adiposità siano legati non solo alla sua quantizzazione, ma, principalmente, alla sua distribuzione corporea. Una disposizione centrale del grasso corporeo, più marcata intorno al tronco e all’interno dell’addome, è infatti particolarmente rilevante nell’influenzare negativamente la funzione respiratoria. 
Una certa quota della diminuita funzionalità respiratoria degli obesi è probabilmente dovuta anche alla diminuita attività fisica.