Asma in fase critica
Ogni asmatico deve sapere come riconoscere i sintomi di peggioramento e valutare la gravità della crisi, quando modificare o aumentare il trattamento e quando richiedere cure specialistiche appropriate. Questo permette di iniziare un trattamento adeguato ai primi segni di peggioramento con maggiori possibilità di successo. Terapia farmacologica: i farmaci di primo impiego sono i beta2-agonisti a rapida azione: salbutamolo spray 2-4 puff (200-400 microgrammi) ogni 20 minuti per la prima ora con distanziatore (oppure salbutamolo 100/150 microgrammi/Kg max 5 mg in 2-3 ml di soluzione fisiologica, tramite nebulizzatore). A parità di dose, l’utilizzo di una bomboletta pressurizzata con il distanziatore (se il paziente è in grado di usarla) è in grado di ottenere lo stesso miglioramento di quello con il nebulizzatore. Dopo la prima ora, la dose del beta2-agonista a rapida azione dipende dalla gravità della crisi: 2-4 puff ogni 3-4 ore per uno o due giorni in caso di crisi lieve; nelle crisi più gravi possono essere necessari 6-10 puff ogni 1-2 ore. Se il paziente migliora rapidamente e se anche il PEF sale a valori superiori all’80% del predetto o del miglior valore personale e il miglioramento persiste almeno per 3-4 ore, non è necessaria altra terapia. Altrimenti, è utile aggiungere corticosteroidi per via orale per 4 o 5 giorni per accelerare la risoluzione della crisi. E’ necessario un attento monitoraggio del paziente e un pronto invio in ospedale in caso di mancata risposta.
Il paziente va ricoverato se:
- è a rischio elevato di asma fatale
- la riacutizzazione è grave (il paziente ha sintomi importanti, non migliora dopo le prime dosi di farmaci, il PEF rimane inferiore al 60% del predetto o migliore personale dopo la terapia con beta2-agonisti)
- la risposta ai beta2-agonisti non è rapida né sostenuta per almeno 3 ore
- non c’è miglioramento dopo 6 ore dall’inizio del trattamento con corticosteroidi sistemici
- c’è un ulteriore peggioramento
Originally posted 2012-05-27 14:36:36.