Malnutrizione nella BPCO

Una delle priorità terapeutiche è proprio l’ottimizzazione dello stato di nutrizione. Nel caso di una iponutrizione media (BMI<18) è possibile non essere eccessivamente aggressivi, ottimizzando la quantità di cibo offerta per via naturale, eventualmente supplementata da “integratori” alimentari. Diverso approccio andrebbe offerto nel caso di una malnutrizione grave (BMI<16) dove l’alimentazione per os dovrebbe essere affiancata da una nutrizione enterale con sondino nasogastrico. Stabilita la strategia d’intervento, il principale obiettivo è quello di stimare adeguatamente i fabbisogni calorici allo scopo di evitare che apporti energetici eccessivi inducano uno stress metabolico con aumento della CO2. Se uno dei rischi è quello di iponutrire il paziente per una scarsa sensibilità clinica, un rischio altrettanto grave è quello di ipernutrire. Infatti le fonti caloriche non proteiche (glucidi e lipidi) sono in grado di influenzare il quoziente respiratorio modificando, con diverse proporzioni, sia il consumo di O2 che la produzione di CO2. E’ infatti patrimonio comune il riconoscere come, rispetto all’ossidazione del glucosio, le proteine richiedano l’1% in più di O2/kcal mentre l’ossidazione dei lipidi ne richiede il 7,4% in più. E come, al contrario, la produzione di CO2 rispetto a glucosio, sia ridotta con le proteine del 6,6% mentre con i lipidi lo sia del 24%.  Su questa base sono nati sia integratori orali che formule per nutrizioni enterali specifiche per pneumopatici in cui la concentrazione di lipidi rappresenta circa il 50% della quota calorica totale.

 

Originally posted 2012-05-14 16:38:03.